Il sesso insegnato ai ragazzi

Come vivono il sesso gli adolescenti di oggi?
Come lo vivono gli adulti?
Quando un paziente porta il sesso in seduta me ne rallegro perchè sta portando energia, desiderio, piacere, sostanzialmente voglia di vivere. Sfortunatamente ciò accade di rado in modo spontaneo e, quando accade, noto spesso irrigidimento, timore e fatica, come se stessimo varcando i confini verso un territorio insidioso e pieno di ombre.
E per certi versi è così. Quando ci si espone nella propria nudità ad un altro, il timore di non piacere e di non essere adeguati è un fattore comprensibile.
Però se tanto mi da tanto, lo si fa perchè il corpo spinge in quella direzione e capita che anche il corpo dell’altro segnali inequivocabilmente che l’incontro dei corpi è molto.. ma molto desiderabile. E’ scritto nel dna, un fatto istintivo, una calamita inevitabile.
WOW!
E questo vale quali che siano i sessi in ballo in quel momento, con buona pace di chi confonde il sesso per procreare con il sesso per attrazione.
E allora, santo cielo, perchè il sesso è generalmente vissuto con tanta difficoltà?
Trovi chi confonde il piacere dell’incontro sessuale con una prestazione atletica da offrire, chi pensa di doversi conformare alle aspettative “youporn” del partner o anche persone confuse rispetto alle loro inclinazioni tanto da rinunciare o gettarsi spesso in situazioni border con la speranza di trovare attraverso quelle esperienze una propria definizione sessuale: omo, etero, bisex, nosex.. ma dai!
Ogni persona normodotata, debitamente bendata, che venga fatta oggetto di carezze e stimolazioni nelle zone erogene, si eccita. A prescindere da quale sia il sesso del complice del gioco. questo è testato! scientificamente testato.
Quindi siamo tutti potenzialmente bisex?
Forse si, forse no, dipende dal punto di vista. Certo, in molti inorridiranno al solo pensiero, tuttavia è solo il risultato di un interpretazione razionale, mediata dall’apprendimento culturale. Il corpo, che se ne frega del culturale, risponde, semplicemente reagisce come è programmato a fare. Non gli interessa un fico secco di essere bisex!
Allo stesso modo il corpo si accende a stretto contatto con un corpo di un genere piuttosto che di un altro o magari di entrambe. Non è un intenzione razionale: il corpo non mente!
E’ lontano il tempo in cui anche la buona vecchia psicoanalisi considerava l’omosessualità una perversione da curare. Anche qui, pur essendo per certi versi molto progressista, la comunità psicoanalitica era condizionata dal respiro culturale dell’epoca. Il buon Reich, allievo di Freud e ispiratore di Alexander Lowen, il fondatore della bioenergetica, ebbe l’intuizione che dall’osservazione del funzionamento del corpo si potessero trarre molti più spunti di quelli che la psicoanalisi tradizionale, in maniera un pò meccanica, ne aveva tratto. Non fece una bella fine, fu isolato e schernito e, alla fine, perse la bussola. Nel frattempo tantissimo è cambiato, portando anche ad un’evoluzione della tecnica di cura e ad un aggiornamento delle categorie psicopatologiche, per cui dal 1990 l’omosessualità è considerata dall’OMS una variante naturale del comportamento umano.
Ricapitolando, il corpo fa il suo dovere (sarebbe più corretto dire “il suo piacere”) in condizioni normali.
Dunque, cosa non funziona, cosa disturba, cosa mette ansia?
Assolto il corpo, il limite è tra l’emotivo e il cognitivo, è nella testa! E più precisamente in una visione antropologica e culturale antiquata e inibita sul sesso, nutrita dagli unici canali informativi che se ne sono occupati con dedizione: i siti porno!! I siti più cliccati al mondo, a quanto pare.
Ed il problema è proprio qui! Il vuoto educativo delle agenzie deputate a creare cultura, in primis la famiglia, poi lo stato (se non è una battaglia civile questa!) e in generale i media, oggi potentissimi.
Siamo in mano a youporn e i risultati si vedono. Se assistiamo ancora oggi ad innumerevoli episodi di violenza e di degrado che coinvolgono la sessualità, spesso con il femminile come vittima, è perchè il corpo e la sua natura sessuale non è ancora stato sdoganato nè considerato degno di un posto nobile nel campo formativo della persona.
Bisognerebbe insegnarlo ai ragazzi, descrivere la bellezza e la naturalezza del funzionamento del corpo sessuato, insegnare la sacralità del corpo, proprio ed altrui, il significato non solo sensoriale e impulsivo di gesti così intimi, ma anche e soprattutto comunicativo ed affettivo.
Il corpo come bene di consumo, da esibire, da abbellire, da vendere, fa parte della cultura ahimè attualmente vincente che favorisce una visione di potere, predatoria, egoista, in definitiva violenta e maschilista anche di un atto così semplicemente naturale.
Ciò che servirebbe come il pane sarebbe tentare di entrare in questo vuoto e provare a iniziare a definirlo, con parole magari malferme, ma gentili e delicate, sincere. Il mondo femminile potrebbe ora esprimere più determinazione e coraggio nel proporre la propria visione, il proprio desiderio, la propria conoscenza, in definitiva la propria natura nel dialogo col maschio, certamente perso e insicuro in questa fase storica.
Questo movimento è più facile che parta dalla famiglia, l’istituzione più libera di poterlo fare, per poi diffondersi e diventare cultura collettiva.
Può far bene ai giovani e può far scoprire molto anche agli adulti. Gli adolescenti di oggi sono molto più ricettivi e disponibili al dialogo di quanto lo possano essere stati i genitori alla loro età, per tanti motivi. Culturali certamente, ma anche relativi alla disponibilità infinita di informazioni che oggi gli adolescenti possono ottenere dal web. Solo che se lasciati soli in questo mare magnum, il rischio è che finiscano per rimanere vittime passive di modelli malati, a cui tendere per conformarsi e per sentirsi all’altezza.

Pubblicato da

Dottor Ghezzi Marco

Psicologo psicoterapeuta Studio a Bergamo. Maggiori informazioni curricolari sul sito www.marcoghezzi.org

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