Consigli per vivere l’auto-isolamento al meglio.

Ciò che sta accadendo nessuno di noi l’ha mai vissuto prima. Esistono linee guida di intervento in caso di emergenze eccezionali, come nel caso di terremoti, tsunami, grandi incidenti, a cui come comunità professionale di psicologi possiamo fare riferimento, però al momento attuale, vista la specificità della situazione, e’ tutto un work in progress. Vediamo insieme quali sono gli effetti psicologici e fisici del trovarsi calati in una stazione di questo tipo.

C’è stata una fase iniziale in cui non credevamo che la situazione fosse così grave e soprattutto che potesse arrivare ai livelli attuali, in cui bene o male tutti abbiamo cercato di mantenere le nostre abitudini e il nostro atteggiamento nei confronti del quotidiano. Quindi di fatto abbiamo un po’ allontanato l’idea e l’angoscia che le cose potessero precipitare.

Poi è arrivata la fase dell’impatto emotivo in seguito alle notizie di prima mano e ai primi provvedimenti che sono stati presi: chiusura scuole, amici e colleghi che iniziavano a stare a casa, prime avvisaglie dell’impatto della malattia su amici e parenti, i media e i social impazziti.

In questa fase si possono provare una vasta gamma di emozioni quali tristezza, colpa, rabbia, paura, confusione e ansia. Possono anche svilupparsi reazioni somatiche come disturbi fisici (mal di testa, disturbi gastro intestinali, insonnia, incubi ecc.), difficoltà a recuperare uno stato di calma.

I successivi provvedimenti restrittivi presi dalle autorità e l’incedere drammatico dei numeri, possono aver aumentato le reazioni sopra citate.

Poi, fortunatamente, visto che siamo naturalmente programmati per adattarci alle situazioni, arriva la fase del fronteggiamento.

Ed eccoci qua! Quali sono le risorse che possiamo mettere in campo?

Innanzitutto cerchiamo di fare un lavoro su noi stessi:

Accettiamo il fatto che le nostre reazioni emotive sono normali in una situazione così inaspettata e tragica e che ognuno ha un suo modo di reagire che va rispettato, anche se ci pare poco comprensibile dal nostro punto di vista.

Quindi prendiamola come un’occasione per ascoltarci e imparare a conoscere meglio noi e le persone con cui viviamo.

Strumento utile può essere fare esercizi di rilassamento, utilizzando per esempio le diverse tracce che si possono trovare facilmente su YouTube.

Poi, ricordiamoci che non siamo soli ma che stiamo condividendo questa esperienza con tutta la comunità, da quella più allargata a quella più vicina a noi. Utilizziamo la nostra rete sociale al meglio attraverso la tecnologia: piattaforme come Skype, zoom e WhatsApp video consentono di fare delle belle chiacchierate con amici e parenti come non si sarebbero mai fatte in tempi di normalità.

Tutti in questo momento siamo più vulnerabili e più disponibili ad ascoltare e a parlare delle emozioni che viviamo, quindi bando alle remore, e provate a pensare a delle persone che vi danno un senso di sicurezza, di familiarità e di positività e programmate colloqui.

Mantenere il più possibile una routine regolare: quindi cercare di dormire il giusto, alimentarsi normalmente, programmare la giornata mettendo dentro attività variate, cercare di riscoprire e praticare hobby lasciati nel cassetto, dedicare una quota di tempo all’allenamento fisico (anche in questo caso ci sono tanti tutorial su internet), ascoltare musica, pensare e progettare concretamente dei miglioramenti alla casa, all’arredamento, ai servizi, che si metteranno in atto quando la situazione tornerà alla normalità.

Limitare l’accesso alle fonti di informazione a una/due volte al giorno e tenersi lontani dai media/social che diffondono informazioni allarmistiche/complottistiche: aumentano solo l’ansia e il senso di disorientamento.

A presto e mola mia!

Pubblicato da

Dottor Ghezzi Marco

Psicologo psicoterapeuta Studio a Bergamo. Maggiori informazioni curricolari sul sito www.marcoghezzi.org

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